Sull'ornitoteca

Un po' di tempo fa facevo alcune riflessioni su Twitter, scaturite dal fatto di averlo cominciato a frequentare, dopo un lungo periodo di attività bassa o nulla e fondamentalmente priva di interazioni.

Così mi venne in mente di rastrellarlo e provare ad estrarre qualche dato interessante, qualche analisi testuale, sociologica e culturale; l'idea veniva principalmente dall'aver constatato una mole impressionante di “ragionamenti” fallaci, incapacità di astrazione e comprensione del discorso — problemi assolutamente trasversali al credo politico, ma che appaiono più incredibili e incredibilmente “preoccupanti” quando si presentano nel pensiero dominante (politico ma non solo) e in quel ceto (culturale) alcuni membri  del quale tendono a vedere sé stessi come rappresentanti, depositari, difensori e dispensatori della “cultura alta” (o, per dirla alla Bourdieu, della “cultura legittima”), pur essendo, in realtà, comuni esemplari della “cultura medio-bassa”.

Perciò la collezione dell'ornitoteca appare molto politica o politicizzata o persino politicamente schierata. A mio immodesto modo di vedere, però, ciò risulterebbe solo secondo una lettura superficiale e incompleta. Sia come sia, una delle tesi dell'ornitoteca è che nascondersi dietro una scelta politica, anche quando è quella non invisa al pensiero dominante, non è sufficiente per diventare, come per magia, esseri umani migliori da nessun punto di vista, che sia quello morale o quello intellettivo: i “difetti” dell'essere umano non hanno colore politico.

In questo blog, consapevole del fatto che l'idea originale e ambiziosa dell'ornitoteca è naufragata, proseguo l'esperienza iniziata su Muapna, nella forma in cui è lì “evoluta” (o “devoluta”); senza escludere, ovviamente, la possibilità di future trasformazioni.

Nessun commento:

Posta un commento

Commentate a vostro rischio e pericolo.