mercoledì 1 luglio 2015

Di Tom rider

È decisamente inutile provare a far ragionare chi non ha le più elementari capacità necessarie per capire semplici affermazioni che, nella loro giocosa e provocatoria essenza, sono banalmente vere. Suona brutto dirlo, ma di fronte ad esempi di tale vuota ottusità non si riesce nemmeno ad ottenere del buon materiale da ornitoteca. Un esempio è comunque pur sempre un esempio e, come tale, potrebbe esser degno d'attenzione.

I temi politici sono dei perfetti evidenziatori di stupidità1 poiché riescono a tirar fuori il peggio di noi mentre ci sforziamo di dare “dignità Assoluta” ad opinioni che non siamo in grado di sostenere tramite argomenti ben fatti, privi di errori di varia natura (errori di logica informale sono comunissimi; ma se ne possono trovare anche di logica formale, e certamente anche di altri tipi). Molto spesso basta la più superficiale delle analisi per mettere a nudo la traballante impalcatura.

Ma questo sarebbe il minimo, se nello scambio dialettico fossero minimamente in grado di riconoscere i limiti delle loro opinioni e dei loro puntelli e capire ciò che viene loro detto da un altro interlocutore. Invece ci si trova di fronte a delle palesi manifestazioni di allarmanti incapacità di comprensione; alcune di queste popolano le pagine che state leggendo.

Il banalotto esempio che sto per esporre mi suggerisce che le competenze linguistiche (nel senso più ampio) non possono fiorire senza elementari capacità logico-matematiche, decorate dall'arte (evidentemente difficilissima) di seguire un tema costruendo gli argomenti passo passo, in base a ciò che viene effettivamente detto e non a ciò che si crede che l'altro stia dicendo. Questi bestemmiatori del pensiero sono su un treno che corre su di un binario (da loro posato a priori) e non sanno far altro che commentare sul paesaggio, senza mai aver guardato fuori dal finestrino se non con l'ingannevole coda dell'occhio2.

Le analisi politiche superficiali e strumentali

Ecco il rincornito di questa puntata leggera.

Il M5S dice «5 su 5» perché effettivamente sono, nel contesto in cui quell'affermazione viene fatta (ovvero al termine dei ballottaggi), cinque su cinque. È una constatazione. Un dato di fatto. Si possono fare analisi più dettagliate, sia dal punto di vista della comunicazione che del significato politico dell'esito nella sua interezza. Chi sa interpretare i risultati solo come farebbe con le partite di calcio di un campionato commette già un errore e ha una prospettiva politica limitata e sconfortante.

Il tweet da me fatto è semplicissimo e dice una banale verità. Di certo non mi aspettavo di trovare un muro d'idiozia — ma è anche vero che mi piace stuzzicare quando subodoro un fine pensatore3, specie se politologo raffinato, accorto interprete della realtà politica: fornisce materiale per questa ornitoteca…4 (E anime e cervelli da temere e disprezzare.)

erano al ballottaggio solo in 5, quindi è corretto dire 5 su 5: al ballottaggio hanno "vinto" tutto ciò che potevano.

Elementi di politica calcistica

  • Tom: Si vince con i numeri e non con le astuzie linguistiche.Dire 5 su 5 è il modo per nascondere una sconfitta. (5 su 118)

Una proposizione “banalmente vera” è una proposizione ”banalmente vera”, dove ”banalmente” si riferisce al fatto che il suo stato di verità è autoevidente (stiamo ai livelli di una tautologia…) Come può una “banale verità” nascondere una sconfitta? Tanto più che è lampante anche il fatto che 5 comuni non sono tutti i comuni d'Italia: non serve l'intelligenza arguta del rincornito Tom — chissà, magari pensa che il suo tweet sia un raggio di luce nelle tenebre…

Scadente e superficiale idea di tutto — comunicazione politica compresa. Ma ciò che dovrebbe dare più fastidio è «si vince con i numeri», che non è altro che la descrizione della politica tramite una metafora calcistica5. Se ci pensate bene, questa semplificazione sportiva decreta la morte della democrazia (che infatti mica se la passa tanto bene): stabilisce l'esistenza di sole due categorie (i vincitori e i vinti) e un risultato puramente binario (o hai vinto, o hai perso).

Fortunatamente per la democrazia, tra i due estremi (bianco e nero) ci sono molte tonalità di grigio.

Non è comunque questo il fulcro del mio tweet: vediamo fino a che punto è in grado di ricamare su affermazioni banalmente vere.

  • io: erano al ballottaggio in 5, nn in 118 comuni. 5 ballottaggi su 5 "vinti". "5 su 118" è una "astuzia" che tradisce i fatti6.

Ripeto “banali verità” e ribalto la questione: se 5 su 5 al ballottaggio, pur essendo una banale verità, è un'astuzia, allora può esserlo pure «5 su 118», che tradisce la verità dei risultati del ballottaggio7.

Le raffinate astuzie dell'uomo di paglia

Oltre a non capire che sto ripetendo una “banale verità”, poteva mai esimersi, un simile pensatore, dalla più classica (inconsapevole; o no?) fallacia dell'uomo di paglia, figlia di una bella citazione errata, a sua volta figlia dell'incapacità di capire (ovvero alla capacità di riuscire a fraintendere) un semplicissimo e brevissimo testo?

Naturalmente no. Sicché scrive:

  • Tom: I comuni al voto erano 118.Il M5S non ha vinto"tutto quello che potevano"(come dice lei)ma 5 comuni con il ballottaggio.

Sì, i comuni al voto erano 1188. Ma il M5S era al ballottagio solo in 5; si sta parlando dei ballottaggi e la mia frase, citata correttamente, è «al ballottaggio hanno "vinto" tutto ciò che potevano». Quel «al ballottaggio», e l'uso (non casuale) del verbo potere, rendono la frase una “banale verità”… — ribadiamolo di nuovo, anche se non so fino a che punto ciò aiuti il rincornito a coglierne il senso.

L'astuzia delle concessioni e degli avverbi enfatizzati

  • Tom: Le do ragione"eran al ballottaggio SOLO in 5 comuni".Per quello hanno vinto SOLO 5 comuni su 118.Decisamente pochini. (3%)

Il Tom anti-astuzie linguistiche mi concede la correttezza della frase «eran al ballottaggio solo in 5 comuni», dove ha premura di enfatizzare «solo»9, proprio lui che denuncia le astuzie linguistiche!

Esatto, erano al ballottaggio solo in 5 comuni, quindi hanno vinto 5 sui soli cinque che potevano “vincere”10; cioè hanno “vinto” tutto ciò che potevano vincere al ballottaggio: c'era già tutto nel mio primo pigolio, ma mi fa questa concessione dopo 5 tweet. Un falco.

(Notiamo en passant che 5/118 fa 4.23728813559322033898%, che possiamo approssimare come 4%, non certo come 3%. Che razza di astuzia matemetica sarà mai questa?!)

Due pesi, due mezze misure confuse

Se la politica è come il calcio, si può parlare di “vincere” e “perdere” in termini di numero di partite vinte o perse (i gol fatti e altri numeri non contano…); allora si potrà dire che una squadra che avanza in classifica, portando a casa nuove partite vinte, è una squadra che sta avanzando in classifica, anche se ha vinto solo N partite… il campionato non ha mai fine e chissà che succederà; tuttavia, guardando il lento avanzare nella classifica, possiamo dire che la squadra sta facendo bene — non come farebbe una squadra di superman, batman e altri supereroi, ma comunque se la sta cavando.

Forse però questa indebita estensione della metafora calcistica è solo un'altra astuzia linguistica, mentre la negazione del senso che veicola è l'unica cosa giusta; come piace ai Tom di turno.

Se cambia la domanda in corsa, cambia la risposta

È chiaro che il pigolio gracchiante dell'astuTom si riferisce ai risultati del ballottaggio e questo è l'ambito nel quale il mio commento enuncia una “banale verità”, una pura e semplice ovvietà. È lampante nel primo tweet (per chi è in grado di capirlo, ovvero per la maggior parte delle persone, tra le quali l'astuTom non c'è…); nei successivi il filo conduttore resta quello, pur curvando il fianco per “accogliere” la stupidità dell'astuTom.

Il quale astuTom, da bravo rinco(gli)ornito, si diverte a citarmi male, facendo così passare il mio pigolio come se fosse la risposta ad una domanda diversa, nel tentativo inconsapevole (ovvero dovuto ad elevate capacità di comprensione) di far sembrare falsa la mia affermazione.

Che è un'affermazione corretta; banalmente vera… per l'ennesima volta…

Mi candido in 75, “perdo” in 118 meno cinque… logico no?

  • Tom: Il M5S si è candidato in 75 comuni(pochini) e ne ha vinti 5(molto pochini).Le vengo incontro,diciamo 5 su 75.(il 6%) #malox11

Così scopriamo (se ci fidiamo delle informazioni di questo soggetto) che il M5S si era candidato in 75 comuni («pochini»… quanti aggettivi e avverbi usati come astuti trucchi linguistici!).

Altra concessione: mi viene incontro (!) e consente che si possa dire che sono «5 su 75» (che fa 6.6% periodico, approssimabile con 6.67%, 6.7% o persino come 7%…).

Com'è buono lei!

Se è vero che il M5S si è candidato in 75 comuni, allora affermare che abbia vinto solo 5 su 118 (posto che 118 sia il numero totale dei comuni “in palio”12) è falso. Continua ad essere vero (ovviamente) che il M5S sia stato al ballottaggio solo in cinque comuni e che li abbia “vinti” tutti e cinque.

È evidente che non ho fatto altro che attenermi a quanto affermato nel tweet iniziale (essendo questa una banale verità, come ho più e più volte ricordato).

Secondo l'astuTom, se una forza politica non si candidata in certe regioni o comuni, si può dire che ha perso (a tavolino?)! Pensare che ci siano precise scelte basate su valutazioni di varia natura, eventualmente pure strategica… è un po' troppo oltre il suo livello.

  • capisceTuttoTom: Non è falso, 118 sono i comuni in cui si votava.Se poi il M5S non si è presentato in tutti sono fatti suoi.Sempre 5 su 118.

Certo, astuTom, 118 sono i comuni in cui si votava, ma solo in 75 si poteva votare il M5S (l'hai detto tu). Perciò che senso ha dire che una forza politica ha perso qualcosa per cui non ha “giocato”? Si tratta di un'altra astuzia dell'astuTom (cioè, lasciando stare per un attimo il linguaggio tommiano, si tratta di un'altra cazzata di un fine — sarcasmo! — pensatore e politologo).

  • io: nn si posson perder"gare"a cui nn si partecipa15.che astuzie usi pur di dimostrar di nn poter capir 'sto tw

Metto di nuovo il link al mio pigolio iniziale, tanto per ricordargli la questione che ho posto sul piatto in risposta al suo superficiale cinguettio. E data la fastidiosa stupidità del soggetto, vediamo se capisce almeno di non aver capito…

  • Tom: Nessuno gli ha impedito di partecipare.Ah, poi dimenticavo il dato più importante, 0 regioni su 7.Andata proprio malino.

«Nessuno gli ha impedito di partecipare». Certo che no: avranno scelto di non partecipare; dunque cosa conclude astuTom dal fatto che nessuno ha impedito loro di partecipare?16

La sua constatazione della mancanza di impedimenti esterni non cambia nulla di tutto ciò che ho detto prima: non si può perdere una “gara” a cui non si partecipa.

Non sono arrivato ultimo alla maratona di Roma. Non sono stato bocciato all'esame di diritto. Non ho perso la partita di calcetto per aver risposto “no grazie” alla domanda “ti va di giocare stasera?”… Non ho “gareggiato” in nessuna di quelle “competizioni” per via di scelte che ho fatto nel corso della mia vita; nessuno dotato di sale in zucca potrà mai dire che le ho “perse”.

Lo stesso vale per le candidature politiche: se una forza politica decide di non partecipare ad una “competizione elettorale”, al termine di tale competizione non possiamo dire che ha perso; esattamente come non possiamo dire che ha vinto o pareggiato (relativamente a quella competizione), è ovvio17.

Ma gli astuti ricorniti forse hanno difficoltà a gestire ciò a cui non possono assegnare uno stato definito scelto tra non più di due predeterminate possibilità.

Comunque…

Butta nel mezzo anche le regionali, che non c'entrano niente, visto che si parlava del ballottaggio delle comunali. Ovviamente l'analisi politica delle regionali non differisce da quella delle comunali ed è tutta basata sui “gol”: 0 contro 7. «Una Caporetto».

Tanto per confermare la sua sagacia e la sua accurata visione del mondo, ci tiene anche a ribadire che

Se ci sono in palio 118 comuni e ne prendi solo 5 hai clamorosamente perso

Insomma, se ci sono “in palio” 118 comuni, per poterli “vincere” tutti partecipi a 75 competizioni e se vai al ballottaggio solo in cinque e poi affermi di averne vinte, al ballottaggio, cinque su cinque, «la cosa cambia parecchio» e perciò si può dire che non è vero, non sono cinque su cinque al ballottaggio, ma cinque su 118 (o 75?)… Sicuramente vero, specie se non capisci 2+2 e se sei un osservatore politico superficiale che si accontenta di analisi superficiali e ottuse, le uniche in grado di non disturbare la cullante certezza dei tuoi bias cognitivi.

In ogni caso il mio tweet, incomprensibile per i simili dell'astuTom, resta banalmente vero e non affronta affatto quei “problemi” dell'esito delle votazioni.

Ciò che ora è interessante notare è che io non mi sono mai discostato dal contenuto del precedente tweet, tranne quel tanto che è bastato per assecondare e rispondere ai sempliciotti pigolii-bar-sport dell'astuTom.

Sprecare l'acqua per il ciuchino

A questo punto è chiaro che l'astuTom ha raggiunto un suo limite ed è inutile pretendere da lui qualcosa di più: di fronte alla seconda enunciazione del risultato calcistico conviene salutarlo.

  • io: ok, hai capito tutto. sei uno sveglio che sa fare analisi politiche profonde. bravo. ciao. #ornitoteca

Ma lui vuole insistere, e mica sul fatto che «erano al ballottaggio solo in 5, quindi è corretto dire 5 su 5» sia una banale verità che fa riferimento a fatti. (Una persona dotata di raziocinio dovrebbe capire che è assolutamente inutile discutere su questo punto; una persona dotata di basilari capacità di comprensione della lingua dovrebbe anche capire che non ho mai voluto discutere o sostenere altro che la banale verità dell'affermazione «al ballottaggio abbiamo vinto 5 su 5»)

Lui vuole continuare la sua “analisi politica” (a questo punto bisogna sospettare che creda di aver scritto un tweet ad alto contenuto politico).

  • Tom: Invece di giocare con le parole il M5S dovrebbe cercare di capire perchè partecipa solo a 5 ballottaggi. #VincetePoi18

Visto che non ha capito cosa volevo dire con questo tweet e visto che la sua “analisi politica” si è fatta così articolata da spingersi a suggerire un interrogativo importantissimo (come mai il M5S ha partecipato a solo cinque ballottaggi?), ovviamente senza un termine di riferimento19, mi sento obbligato a ricordargli che ha capito tutto, che è uno sveglio, che le sue analisi politiche sono di prima qualità e che possiamo anche salutarci…

Sotto il cappello, niente

Il sospetto era alto, ma sarebbe stato meglio rimanere con il dubbio. Invece ottengo la prova certa di aver scambiato tweet con un idiota — avrei dovuto già capirlo dal tentativo di “discutere” una banale verità.

Ecco che si toglie il cappello.

  • Tom: Vabbè, la capisco, non ha più argomenti. #auguri
  • io: i tuoi argomenti quali sarebbero?affermazioni&sentenze non costituiscono di per sé degli argomenti! grazie! #ornitoteca
  • Tom: Sostenere che aver vinto 5 comuni su 118 sia una sconfitta è un argomento. (Altro che"5 su 5"! 5 su 118 e 0 su 7, Caporetto)

Quali sarebbero i suoi argomenti? Affermazioni e sentenze di questo tipo: «5 comuni su 118» (non su 75? concessione revocata!) «è una sconfitta», questo è un argomento. Segue la prova della sua incapacità di capire banali verità come «al ballottaggio, 5 su 5», che naturalmente, per non farsi mancare la strawman fallacy, diventa «5 su 5»20. Firma finale di intelligenza: i risultati calcistici.

In ogni caso, «5 comuni su 118» è, semmai, una constatazione, non un argomento21; come “argomento” non può sostenere sé stesso (non può essere contemporaneamente tesi e argomento a sostegno della tesi).

Da notare: ho linkato per tre volte ok, hai capito tutto. sei uno sveglio che sa fare analisi politiche profonde. bravo. ciao.

Invenzioni

Allora… Quando il Tom mi accusa di aver finito gli argomenti, io gli chiedo quali siano i suoi, visto che io ho letto solo affermazioni (l'acqua è calda, secondo me fa freddo, la sedia è blu e non sono daltonico…) e sentenze (decreto che esiste un vincitore e un vinto e che queste condizioni determinano il vincitore e il vinto).

Butta lì «5 comuni su 118 è una sconfitta»; io gli faccio notare che semmai è una constatazione22. Ciò significa che per me la proposizione «i tuoi tweet contengono una constatazione» è vera, mentre «i tuoi tweet contengono argomenti a sostegno della tua “tesi”» è falsa.

Dunque io non ho (più) argomenti, ma nemmeno lui. Però gli ho appena detto che almeno ha fatto “constatazioni”. Allora se le tiene strette e pretende che sia il mio tweet (quale?) privo di constatazioni e analisi politiche.

  • Tom: Allora diciamo che non trovo nessuna sua analisi politica o constatazione in questo tweet.

Ma «Questo» quale, di preciso?

È ovvio che il tris «ok, hai capito tutto. sei uno sveglio che sa fare analisi politiche profonde. bravo. ciao» non contiene analisi politiche e questo è vero anche per il mio tweet iniziale23.

Infatti non ho mai voluto fare “analisi politiche”; magari quello che volevo fare era prendere in giro chi crede che «Il M5S dice 5 su 5, ma in realtà è 5 su 118... e la cosa cambia parecchio.» sia un tweet politico intelligente, rivelatorio, illuminante, che mostra profonde verità politiche e che magari è proprio un'analisi politica, o comunque può essere la conclusione di una analisi politica ben fatta.

Se Tom conoscesse il significato di «constatazione» eviterebbe di dire che «in questo tweet» non trova nessuna constatazione: ce ne sono diverse… La banale verità del mio tweet iniziale contiene due constatazioni: «erano al ballottaggio solo in 5 [comuni]» e «al ballottaggio hanno "vinto" tutto ciò che potevano [vincere al ballottaggio]».

Quest'altro tweet contiene diverse constatazioni: «hai capito tutto», «sei uno sveglio», «sai fare analisi politiche profonde», «[sei] bravo»… Vabbè, è sarcasmo, non so se contano come “constatazioni sarcastiche”…

Anche il tweet a cui risponde contiene diverse constatazioni: «[5 comuni su 118]semmai è una constatazione» è una constatazione24; «non capisci la differenza [tra argomento e constatazione]» è una constatazione, e pure «mi ripeto» è un'altra constatazione…

Non ho mai affermato che ci fossero o non ci fossero argomenti, ma visto che il Tom ha voluto dire che io ho finito i miei, avrà senza dubbio chiari quali sono i suoi, di argomenti! Macché: scambia constatazioni con “argomenti”, e naturalmente è lui che insiste a parlare di calcio, invece che di politica…

Analfabetismo funzionale, carenze di capacità logico-matematiche, bias cognitivi e compagnia bella

L'astuTom manifesta l'incapacità di comprendere un testo sotto forma di contextomy e fallacie dell'uomo di paglia.

Naturalmente l'astuTom ha capito quello che voleva capire e non poteva essere altrimenti — l'avevo già osservato quando si era perso «al ballottaggio» per strada.

Non ho «contestato» la constatazione “5/118 è una grandiosa sconfitta” (al massimo ho contestato tutto questo linguaggio calcistico, che è per me privo di vero significato). Il maggiore impegno, comunque, è stato per mantenere la traccia di questo tweet, che è quanto affermo25. Ho naturalmente risposto alle sue deformazioni delle mie affermazioni e mi sono divertito ad osservare l'ottusità di chi non sa distinguere tra «nel contesto X, Y» e «Y»26.

erano al ballottaggio solo in 5, quindi è corretto dire 5 su 5: al ballottaggio hanno "vinto" tutto ciò che potevano.

Il tweet — per l'ennesima volta — afferma una banale verità, come può verificare chiunque non si faccia spaventare dalla più elementare logica.

Rispondendo ai suoi saggi deliri, ho anche osato insinuare — come già accennato — che la politica non è come il calcio e che non si possono perdere gare a cui non si partecipa.

Forse perde il filo lui, che dalle affermazioni sul ballottaggio delle comunali passa alle affermazioni sulle comunali e poi accenna, tanto per non uscire da uno dei confini del tema, alle regionali

In realtà l'astuTom il filo non l'ha mai trovato, visto che a ripetizione ha dimostrato di non riuscire a capire che «al ballottaggio hanno vinto tutto quello che potevano» è una banale verità (ed una constatazione), che «al ballottaggio hanno vinto 5 su 5» è un'altra banale verità e constatazione, e che, infine, «alle comunali hanno vinto 5 seggi su 118» è tutta un'altra affermazione, diversa dalla mia, e che ho “discusso” quel poco necessario per rispondere all'ottusità dei fuorvianti tweet contenenti questo erroraccio di interpretazione.

Purtroppo astuTom è convinto di avermi risposto «a tema»; ad ulteriore prova della sua incapacità di ogni forma di ragionamento27 e dei suoi limiti di comprensione.

  • Tom: Guarda meglio, le ho risposto a tema.Ma vedo che lei continua a partire per diverse tangenti.Parole in libertà

Sono partito per diverse tangenti?! Sfido il lettore a trovare le mie “tangenti”.

Il tweet mette il sigillo alla bolla che descrive Tom come legittimo titolare della patente di inventore della realtà.

No, astuTom, non hai risposto a tema; non c'è un singolo tweet in cui io sia «partito per la tangente» come non c'è un singolo tweet in cui fai intendere di riuscire a capire la “banale verità” del mio tweet.

oh no,nn hai risposto a tema(di fatto sei tu partito×tangente…):è sol quello che credi ×ché nn hai capito il tweet. #ornitoteca

Fantasie da pazzi

Gli inventori della realtà hanno allucinazioni e sono convinti che siano reali. Per esempio astuTom è convinto di aver provato a riportarmi «sulla questione»!

Per prima cosa bisogna stabilire qual è la questione. Non so cosa avesse in mente lui, ma la mia “rigorosa e logica provocazione” è così lampante che leggere una risposta del genere fa cadere le braccia, e non solo per l'orrore del linguaggio che mostra il degrado dei discorsi politici “popolari”28.

In secondo luogo bisogna chiedersi: ma in quale tweet avrebbe provato a riportarmi sulla su definita questione?

Misteri29.

Di sicuro è decisamente impossibile ragionare con chi non sa ragionare.

La ciliegina sulla torta:

  • Tom: Ecco infatti, a dimostrazione di quanto detto.

Esattamente: a dimostrazione del fatto che chi non sa ragionare non può ragionare, ma solo illudersi di saperlo fare…

Poi magari avendo più tempo30 mi metterò a riassumere le fallacie di questo nuovo soggetto, pulirò un po' il testo dagli inutili orpelli e cercherò di rendere ancora più evidente gli errori e le incapacità mostrate da questo astuTom.


  1. L'ho già fatto notare da qualche parte, credo, anche se con parole molto diverse.

  2. Se cerchi di far loro girare il collo — tanto per continuare la metafora — ottieni svariate reazioni. Di solito fanno cadere le braccia; qualche volta sorprendono per essere tanto assurde da rendere veramente difficile immaginare l'esistenza di un essere senziente dietro un account. Una volta lessi un passo di Popper in cui egli sosteneva (parafrasando, perché non ricordo le parole esatte…) che dobbiamo attribuire ad un autore l'intenzione di sostenere la migliore (la più ragionevole, la più sensata) tra le diverse idee che l'interpretazione di un suo testo fornisce. Estrapolo questo precetto che a volte mi sforzo di seguire: in una discussione online, dobbiamo formulare ipotesi che minimizzino la stupidità attribuibile alla persona reale dietro il personaggio digitale (che esso sia facilmente collegabile alla persona reale o meno). Perciò qualche volta mi sforzo di credere che le persone reali dietro certi account siano impegnate in un gioco di ruolo e siano dunque perfettamente consapevoli delle idiozie che dicono, degli erroracci argomentativi che commettono e dei loro (deliberati) “fraintendimenti”.

  3. Sarcasmo d'obbligo: uno che non capisce che «erano al ballottaggio solo in 5, quindi è corretto dire 5 su 5: al ballottaggio hanno "vinto" tutto ciò che potevano» è niente altro che una proposizione banalmente vera e, come tale, “inattaccabile”, non può che suscitare perplessità sul suo livello intellettuale.

  4. A breve cercherò di non titillare più gli afidi e mi concentrerò a “scaricare” un po' di materiale accumulato, dandogli la forma di post per questo blog; fino ad esaurimento del materiale o di altro. Dopodiché, grande pausa e grande Giove: Euterpe e la contessa Lovelace mi hanno invitato ad una festa sull'Olimpo.

  5. Dico calcistica perché è lo sport nazionale o comunque quello più diffuso, ma qualunque altro sport che veda due fazioni contrapposte, una sola delle quali vince o perde, va ugualmente bene.

  6. Sì, questa è un po' una provocazione che riprende il suo linguaggio da bar-tv ed è difficile da capire per uno come Tom, come risulterà chiaro, perché bisogna mantenere il contesto (il ballottaggio)… ma personaggi come Tom hanno difficoltà in questo genere di cose.

  7. Non è che penso che raffinati intelletti come Tom siano capaci di illuminazioni zen… Ma…

  8. Erano 118 in tutto o erano 118 quelli al ballottaggio? Contate un po'…

  9. Che è l'unica cosa che scatena la concessione: la frase «eran al ballottaggio in 5 comuni» non l'avrebbe capita o l'avrebbe bollata come «astuzia linguistica»!

  10. Vi prego di immaginare che l'uso di questo verbo, in questo contesto, sia sempre virgolettato, anche quando dimentico di farlo.

  11. Questo tag finale aggiunge una pennellata al ritratto dell'astuTom: uno di quei seguaci cui hanno acchiappato la testa e l'hanno sbattuta a forza contro una matrice attaccata ad un tubo catodico o agli altoparlanti che trasmettono ininterrottamente il brusio omologante del pensiero corretto, che nutre i suoi fedeli di mitizzazioni e memi ad hoc — l'orda di quelli dal pensiero “indipendente”, quelli che non si fanno comandare, istruire, indottrinare…

  12. Stesso discorso fatto per il verbo “vincere” (e per “perdere”). L'uso di questi termini calca, per necessità dialettiche, la visione calcistica della politica del tomtweet3.

  13. Per sua stessa ammissione, è 5/75. Lui può venderla come una concessione… mi viene incontro… cioè usa informazioni più precise e corrette che portano meno acqua al suo mulino… Tanto gentile, ma poco onesto pare il Tom suo…, che non capisce che è stata un'astuzia (secondo il suo stesso ordine di cose) l'aver fatto i conti, fino ad un attimo prima, con 118 invece di 75!

  14. Mi riferisco alle divisioni 5/118, 5/75…

  15. Un'altra “banale verità”. C'è però certa retorica (che troviamo in alcuni film transatlantici e non solo) che insegna che non partecipare equivale a perdere… Una massima che può andare bene per certi fatti della vita, ma ciò non significa che sia opportuno tirarla fuori in altri contesti. Se la politica fosse una guerra (e forse questa è una metafora più interessante di quella calcistica vinci-perdi, dal momento che una guerra è fatta di battaglie, trincee, posizionamenti strategici nei vari teatri, valutazioni delle forze, accaparramento delle risorse, diplomazia e via dicendo…), l'affermazione “non combattere una battaglia equivale a perderla” potrebbe uscire fuori dalle labbra di uno stolto, non di un militare o di un civile dotato di senno.

  16. Nel tweet accenno ai seggi. Perché, in fin dei conti, è bello dire di aver “vinto” (dovendo intendere, probabilmente, che si è ottenuta una maggioranza di seggi e qualche presidenza), ma comunque in democrazia una forza politica, anche di minoranza, concorre per l'assegnazione dei seggi, e ogni seggio è una “vittoria” per sé. Naturalmente la mia domanda «e visto che nessuno glielo ha impedito,lei conclude…?» non ottiene una risposta, come ovvio.

  17. Persone dotate di senno a questo punto capiscono che se si volesse discutere veramente di questo, bisognerebbe fare un discorso più complesso. Ma — ci tengo a precisarlo — non ho mai voluto fare analisi politiche dell'esito delle elezioni comunali.

  18. Un altro tag che fa capire a quale schiera appartiene questa scimmietta pigolante e un altro indizio del fatto che con un simile presonaggio si può “parlare” di politica solo a colpi di gol e slogan… figuriamoci se riesce a capire un briciolo di giochi di logica…

  19. Se non sappiamo la risposta alla domanda «in quanti comuni ci aspettiamo di vincere e con che livello di confidenza?», è inutile chiedersi «come mai abbiamo partecipato solo a cinque ballottaggi?» È inutile nel senso che davanti birra e patatine in un bar con il teleschermo la domanda possiamo pure farcela, ma non ci dobbiamo aspettare che una qualunque risposta acefala ci faccia capire qualcosa della realtà (politica).

  20. E se sta facendo riferimento alle mie parole è anche una citazione errata e fuori contesto (il contesto è quello del ballottaggio — che nelle affermazioni post voto è implicitamente determinato dalle circostanze, ça va sans dire).

  21. Nell'accezione 1 della Treccani; probabilmente sarebbe meglio usare la parola argomentazione. Però è pure più lunga e Twitter ha i suoi limiti…

  22. Nel suo sistema di pensiero e assumendo la sua visione del mondo (politico). Questa precisazione però potrebbe confondere le idee. Diciamo allora che l'affermazione, dato un significato specifico di «essere una sconfitta», enuncia un fatto, in modo del tutto simile alla mia banale verità. In tal senso è una semplice constatazione, cioè prende atto di uno stato in essere, che è così (viste le premesse…)

  23. Una persona razionale non dovrebbe avere difficoltà a capire che la natura stessa del mio tweet esclude che si stia contrapponendo una “analisi politica” a qualunque cosa sia il tweet iniziale del Tom.

  24. Temo che personaggi come Tom si impiccino il cervello con proposizioni di questo tipo… Ahimé, per me non c'è modo di salvarli, giacché non ho l'inclinazione all'insegnamento (purtroppo).

  25. In questo testo ho lanciato qualche tentacolo più in là dei confini stabiliti dai tweet. Non l'astuTom, ma gli altri dovrebbero riuscire a discernere i punti sui quali insisto effettivamente nei tweet e i punti che espando un pochetto qui in questo testo, per passatempo.

  26. Probabilmente molti non hanno dimestichezza con questo genere di cose. Si potrebbe leggere così: «nel contesto X, Y è una affermazione vera». Per esempio, nel contesto del ballottaggio, «il M5S ha “vinto” 5 comuni su 5» è un'affermazione vera. Mentre «5 su 5», senza una “delimitazione”, non lo è, perché la cosa più razionale da fare è assumere il contesto più ampio possibile (e dunque tutte le competizioni che avrebbe potuto “vincere” — 75, se effettivamente si sono candidati solo in 75 comuni).

  27. Purtroppo sembra un difetto comune dei politologi su Twitter. Spero che non sia un campione rappresentativo.

  28. «Si vince con i numeri»…

  29. Personaggi del genere possono additare qualunque loro tweet e sancire che abbia la proprietà che pretendono che abbia. Perciò, se avessi domandato, non mi sarei stupito nel leggere o un delirio tangenziale, o nel ricevere un tweet che tutto fa, fuorché riportarmi sulla questione — ma visto che lui ne sarebbe convinto e che è impossibile avviare una comunicazione di “ordine superiore” (necessario per poter discutere dell'“ordine inferiore”), sarebbe anche stato impossibile fargli capire che il suo tweet non “fa” quello che lui crede.

  30. Equivale a dire che non lo farò mai!

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