sabato 6 settembre 2014

Buzz (Aldrin) Buzzerio 2

Buzz-buzzerio insiste a voler dimostrare qualcosa.

Lui ririririririspiega che il giornalista ha scritto una frase che io (!) posso «decostruire» ed «analizzare»1 con i «vari sillogismi logici» (sic!2) a mia disposizione, ma se presento questa frase ad un epidemiologo3 la «prima cosa che ti chiede è “Posso vedere qualche tipo di documentazione che dimostri che l'infezione sia stata causata esclusivamente dagli immigrati?”»

Stai mettendo in bocca ad un ipotetico epidemiologo, che in realtà è solo portavoce della concezione che hai della scienza, una domanda che potrebbe pure fare… ma quello che ci interessa è ciò che conclude in base alla risposta.

La risposta del giornalista è “non ho alcuna documentazione che lo dimostri”.

A questo punto, Buzzerio, puoi lasciar intendere che la risposta dell'epidemiologo sia una crassa risata… puoi dire che lo stesso epidemiologo, presentato con le osservazioni fatte nei precedenti post che ti riguardano4 rida… ma è la tua risata, non quella di un epidemiologo vero: non confondere quello che direbba un epidemiologo con quello che tu pensi che direbbe o farebbe.

Nessuno scienziato ti direbbe che l'affermazione può essere esclusa a priori basandosi sulla mancanza della conoscenza di un dato scientifico5, invece che sulla conoscenza di un dato che confermi o smentisca.

Da una parte, affermare che sia certamente vero senza aver compiuto studi appropriati, potrebbe essere la fallacia post hoc, ergo propter hoc6. È l'errore che commette molto probabilmente7 il giornalista. Dall'altra, affermare che sia certamente falso senza aver compiuto studi appropriati, sarebbe la fallacia argumentum ad ignorantiam8. È l'errore che fai tu (e che non farebbe un epidemiologo).

Che si stia parlando di immigrazione o di qualunque altra cosa, questi modi di ragionare danno una conoscenza “avvelenata” del mondo — sono infatti ragionamenti non validi. Nemmeno che tu sia in grado di comprenderlo o meno (e sembra proprio che sia meno), e che tu rida o meno, è in grado di cambiare ciò.


Vengo brevemente (!) al tuo secondo soliloquio fuori tema e completamente sconnesso (culturalmente e argomentativamente) dal mio9. Risottolineo che è fuori tema, nel senso che continui a portare il discorso dove tu pensi che sia… Infatti mi basta leggere questa frase

mi dispiace, ma continui a voler ignorare cosa vuol veramente dire il giornalista.

per poter affermare senza ombra di dubbio che continui ad ignorare ciò che dico — e non ho problemi di political correctness per cui posso pure ipotizzare en passant che ciò dipenda dal fatto che non sei in grado di capire di che si sta parlando. Eppure ho scritto chiaramente, in grassetto, che l'argomento non riguarda le affermazioni del giornalista. Se tutto quel che è seguito non è bastato a chiarirti il senso di questa affermazione, … diciamo che non sono bravo a spiegare, va.

Ma continuo brevemente perché la tua esegesi del testo è interessante. Affermi che dall'articolo si possa dedurre che il giornalista, con “retorica buonista”, inteda:

garantire l'ingresso a tutti gli immigrati in Italia, a volergli dare garanzie sociali, a volergli dare libero accesso nel suolo italiano

Ciò si evincerebbe dalla «struttura» dell'articolo, così schematizzato:

  • viene data una rappresentazione negativa della Boldrini
  • viene data una rappresentazione negativa della Boldrini (non è una ripetizione mia)
  • c'è una contraddizione (secondo lui): prima fischiano la Boldrini perché elogia l'accoglienza dei siciliani10, poi viene applaudita perché il popolo siciliano è accogliente
  • a «speculare sull'immigrazione» sarebbero quelli che non vogliono respingere gli immigrati?11 … Si chiede Buzz… e poi, continua, ci sono le malattie portate esclusivamente dagli immigrati, ecc. ecc. (ecc. ecc. suoi)
  • il giornalista dice che prima la retorica buonista aveva incantato tutti «e che i suoi discorsi sulla necessità di accogliere i migranti (è la sua linea politica, e l'ha sempre detto) sia retorica buonista»12

Bene Buzzerio, non è assolutamente chiaro come tu pensi. Tanto che la mia interpretazione si adatta perfettamente e spiega sia la scelta delle parole, sia la reazione del pubblico, secondo come ce l'ha riportata.

Intanto, ritorniamo sulla definizione di buonismo. Anche se non la consideriamo per estensione per mitigare la parola avversario, funziona uguale: il buonista ostenta buoni sentimenti, tolleranza, benevolenza. Ostenta. Cioè a chiacchiere. A chiacchiere dice, per esempio, che bisogna garantire l'ingresso a tutti gli immigrati, che bisogna dargli garanzie sociali, ecc.

A chiacchiere. Ma nei fatti? Nei fatti, dice il giornalista, i fischi sono figli di una popolazione lasciata a sé stessa. Cioè, vieni qui a ringraziarci del nostro sacrificio e della nostra ospitalità, ma noi non abbiamo bisogno delle solite belle parole (grazie Mario), abbiamo bisogno di impegno da parte della politica che invece si è dimostrata incapace e fumosa. La Boldrini evidentemente continua a parlare ed evidentemente le cose che dice non sembrano prese per il culo come l'incipit. Ma questa è una speculazione. Quel che è chiaro dal testo è il messaggio che il popolo siciliano continuerà ad essere ospitale, ma non potrà essere lasciato a sé stesso, o non riuscirà più, per esasperazione, a tenersi uno dei «valori a lui più cari» — l'applauso alla Boldrini non contraddice quindi i fischi precedenti ma sottolinea che le buone intenzioni, da parte dei siciliani, ci sono, ma che le chiacchiere (che suonano come «grazie, continuate a fare sacrifici») devono finire.

Perché il popolo siciliano vuole conservare uno dei suoi valori più cari, l'ospitalità, ma per poterlo fare non ha bisogno di futili ringraziamenti (grazie che vi sacrificate!) e “retorica buonista” (accogliamoli, diamogli questo, diamogli quell'altro… parole) ma fatti concreti, in grado di dare sostegno al popolo siciliano nel suo impegno di essere ospitale; altrimenti, lasciato a sé stesso, potrebbe non essere più in grado di far fronte alla situazione come la retorica buonista pretende che facciano.

La retorica buonista non incanta più in questo senso: è finita l'era delle belle parole, facili da dire e che in condizioni tranquille strappano applausi sfegatati perché sono appunto discorsi da buoni e che facilmente molti condividono. Serve fare qualcosa di concreto, perché la situazione richiede che il popolo siciliano non sia più «lasciato a sé stesso», e solo così potrà continuare a conservare uno dei suoi valori più cari: l'ospitalià.

Mi sono ripetuto in diverse salse — l'avevo già spiegato anche nei precedenti post. Questa interpretazione spiega l'acrimonia verso la Boldrini, come rappresentante del governo e come esemplare di persona a cui piace molto dire belle cose. Spiega che non c'è alcuna contraddizione nei fischi (fatti perché non si vuole più accettare di essere lasciati a sé stessi e dunque i ringraziamenti per i sacrifici suonano sia una presa per il culo sia la mancanza di una promessa — della serie: continuate a resistere e sacrificarvi) e poi negli applausi (fatti perché il popolo vuole provare a preservare la sua ospitalità e, presumibilmente, perché la Boldrini ha detto altre cose che non necessitavano di alcun fischio). Nelle note, accenno a cosa si può far riferimento con speculazioni e qui aggiungo che è anche un ottimo argomento da campagna elettorale13, visto l'elevato numero di bempensanti a cui certe parole stimolano sogni fantastici di un mondo senza malattie, senza guerre, senza odio, senza carestie, senza problemi di allocazione delle risorse… un mondo perfetto d'amore… Spiega perché in che senso è retorica buonista e in che senso non incanta più.

Questo si evince… e se non esattamente questo, comunque non si può evincere che l'articolo stia sostenendo che il «popolo siciliano» non vuole più essere ospitale, o che siciliani e giornalista si oppongano a voler garantire l'ingresso a tutti gli immigrati, si oppongano a volergli dare garanzie sociali… Ma affermarlo così è, appunto, buonismo: in concreto, quali sono le cose che lo stato intende fare? Garantire l'ingresso a tutti gli immigrati14 e poi lasciare a loro stesse le popolazioni ospitanti maggiormente impattate? Le “garanzie sociali” in concreto devono essere date dalle popolazioni locali? Cioè che so, da me e da te se abitassimo a Siracusa?

Voler fare tutte queste cose belle e buone implica tutta una serie di azioni (a livello nazionale e poi locale) e se non ci si attiva per farle ma si continuano solo a dire quanto è bello un mondo così… diventa “retorica buonista” che all'inizio piace pure, ma poi rischia di diventare insostenibile.


  1. Buzzerio ancora non ha capito che io ho decostruito e analizzato le sue affermazioni sulle affermazioni fatte dal giornalista; eppure dovrebbe essere abbastanza chiaro il tipo di discorso, dettagliato nel post precedente.

  2. Forse dovresti rivedere un po' le tue conoscenze di logica.

  3. E perché dovrei? Ho cercato di astrarre dal contenuto, ma evidentemente Buzzerio non se ne è accorto: eppure mi sembra di essere stato chiaro. Qualunque sia il contenuto, l'errore è lo stesso ed è un errore che inficia qualunque tipo di contenuto e indebolisce proprio la conoscenza scientifica del mondo, quella conoscenza che Buzzerio invoca fittiziamente tirando in ballo il suo immaginario epidemiologo…

  4. Ornitoteca e Buzz-buzzerio.

  5. Abbiamo già ribadito tramite due articoli (ed eccone un terzo tanto per gradire) che le migrazioni pongono delle preoccupazione sanitarie, tant'è che tu stesso ti sei impegnato ad estrarre da uno dei testi le soluzioni da adottare per minimizzare il rischio che potenziali infezioni possano colpire gravamente popolazione migrante e ospitante. Il che ci porta alla P del post precedente, cioè che è un fatto assodato che è possibile che esista una correlazione tra aumento di malattie in una determinata area e migrazione.

  6. La fallacia post hoc, ergo propter hoc è quella che mette in relazione causa-effetto due “eventi“ per il solo fatto che vengono cronologicamente uno dopo l'altro. Visto che sono aumentate le malattie, e ciò è avvenuto in segutito all'arrivo degli immigrati, allora la causa di tale aumento sono gli immigrati.

  7. La presenza di “molto probabilmente” è dovuta a un nostro limite della conoscenza di ciò che “sa” realmente il giornalista e alla nostra mancanza di conoscenza riguardo Q (cfr. sempre il precedente post).

  8. La fallacia detta argumentum ad ignorantiam, nella versione che farebbe l'epidemiologo se dovesse concludere quello che tu vuoi che concluda, è questa: la proposizione è falsa, perché non è ancora stato provato che è vera.

  9. Continui a “rispondere” e “argomentare” come se io stessi sostenendo che ha ragione il giornalista, o qualcosa del genere. Io so di non sapere, così diceva qualcuno. Ma so anche la differenza tra validità e verità.

  10. Non si parla di elogio, ma di «melassa buonista» e ringraziamento per il sacrificio e poi per l'ospitalità… È un po' diverso da un elogio dell'accoglienza dei siciliani.

  11. Può far riferimento a molte cose. Per esempio speculano sull'immigrazione gli imprenditori, per i quali può essere un'opportunità di manodopera a bassissimo costo. Ci speculano tutti quelli che gestiscono i soldi che circolano intorno ai CIE…

  12. Come spiegato più di una volta, la “retorica buonista” è ostentare qualcosa, per il valore in sé dell'ostentazione dunque; cioè, è mancanza di azioni concrete volte a rendere possibile ciò che si ostenta. Come argomento dopo, la retorica buonista è questa, fischiarlo non vuol dire «non vogliamo accogliere i migranti» ma semmai vuol dire «se continuate così ci rendete praticamente impossibile conservare uno dei nostri valori più cari, cioè l'ospitalità». Quindi, come detto anche negli altri post, è una accusa pesante all'assenza dello stato, di misure concrete, di aiuti concreti che non si limitano a inutili ringraziamenti per i sacrificio fatto: non servono queste parole, serve un impegno della politica a far in modo che il peso di tale accoglienza non gravi tutto solo sulle spalle di un popolo «lasciato a sé stesso».

  13. Siamo ormai in perenne campagna elettorale.

  14. In senso così generico e universale non lo fa nessuno stato e non lo farà mai nemmeno l'Italia, proprio perché è buonismo per bempensanti che guardano la tv: nella realtà dei fatti la politica è un po' più pragmatica di quel che sembra — senza nulla togliere alla bontà umana dei singoli, l'estremizzazione è in pratica solo una rappresentazione teatrale per trovare dialetticamente un equilibrio che eviti sia l'estremo “buono” (che realmente quasi-nessuno vuole), sia l'estremo “cattivo” (che similmente quasi-nessuno vuole).

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